Implantologia

L’implantologia è una metodica da anni consolidata e sicura che consente di sostituire denti mancanti sia quando si è perso un dente singolo o più denti, sia quando va ricostruita un’intera arcata. E’ una tecnica molto utile anche a stabilizzare protesi totali inferiori o per ridurre il palato su quelle superiori.

La soluzione ideale per sostituire denti mancanti

Per decenni i ponti e le protesi sono state l’unico trattamento possibile per sostituire denti mancanti. Oggi gli impianti dentali offrono una eccellente alternativa che permette di riavere un dente molto simile a quello naturale.

Che cosa sono gli impianti dentali

Gli impianti dentali sono viti in titanio che vengono posizionate nell’osso sotto la gengiva attraverso una semplice procedura chirurgica. La vite costituisce la “radice” del nuovo dente che verrà costruito. Dopo la guarigione dell’osso viene preparata e posizionata la corona del dente. L’aspetto finale del nuovo dente è molto simile al dente naturale. Gli impianti possono anche essere utilizzati per stabilizzare ponti e protesi dentarie quando manca più di un dente.

implantologia

Quali sono i vantaggi degli impianti dentali?

Poiché gli impianti si integrano perfettamente con le ossa mandibolari e mascellari, essi offrono una solida base su cui applicare saldamente i nuovi denti:

  • Si possono quindi restituire uno o più denti a chi non li ha più
  • I portatori di protesi mobili possono tornare ad avere una dentatura fissa oppure possono avere una protesi più stabile e più confortevole
  • Si può restituire il sorriso, la capacità di masticare con gusto e la sicurezza di una bocca gradevole a chi altrimenti l’ha persa per sempre.

Quali sono le fasi del trattamento?

Fase preliminare

Visita e diagnosi, attraverso l’osservazione diretta, la valutazione delle radiografie e dei modelli in gesso.

Fase chirurgica

Posizionamento dell’impianto nell’osso attraverso un semplice intervento chirurgico eseguito ambulatorialmente in anestesia locale. L’intervento è indolore e non provoca nessun particolare disturbo. Dopo l’intervento il disturbo è paragonabile a quello di una estrazione dentale semplice; alcuni pazienti non sentono neppure l’esigenza di prendere antidolorifici. L’impianto rimane nascosto sotto la gengiva, oppure ne rimane esposta solo una piccola porzione superiore che non crea disagi.

Fase di osteointegrazione

Si attende un periodo di 2-3 mesi, a seconda dei casi, per permettere all’osso di guarire e crescere intorno all’impianto. In questo periodo, se necessario, si usa una protesi provvisoria non ancorata agli impianti. In alcuni casi non è necessario attendere l’osteointegrazione, ma si può procedere direttamente all’utilizzazione dell’impianto.

Fase di utilizzazione dell’impianto

Viene inserito sull’impianto un pilastro in titanio che viene utilizzato come se fosse un dente naturale saldissimo. Viene preparato un provvisorio con cui si può masticare come con i denti naturali. Dopo un periodo variabile vengono adattati i denti definitivi. Concluso il trattamento dovrete rispettare le stesse norme di igiene che valgono per i denti naturali e fare una visita di controllo annuale.

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E quando manca l’osso?

Esistono casi in cui l’osso si è perduto o perché è stato riassorbito nel corso degli anni o per processi infettivi; anche in queste situazioni è possibile, attraverso tecniche di rigenerazione ossea, sostituire comunque i denti mancanti utilizzando gli impianti.
Potrà essere necessario rigenerare l’osso con membrane e osso artificiale oppure prelevarlo da altre zone circostanti e posizionarlo dove verranno inseriti gli impianti. Nelle zone superiori posteriori si può rigenerare osso attraverso il rialzo di seno mascellare. Durante la visita vi verranno spiegate dettagliatamente le tecniche più appropriate al vostro caso.

La tecnica del carico immediato

Negli ultimi anni l’implantologia ha fatto molti passi avanti. Uno dei progressi più significativi della ricerca dei nostri giorni riguarda il superamento, in casi selezionati, del tempo di attesa necessario alla osteointegrazione, cioè del tempo necessario affinché l’osso ricresca sull’impianto legandolo a sé.
Solo quando l’impianto è osteointegrato, infatti, è possibile “caricarlo”, ovvero utilizzarlo come pilastro per costruire una protesi fissa. Normalmente è necessario attendere dai due ai tre mesi, prima di poter “utilizzare”, dal punto di vista protesico, un impianto. Gli studi più recenti sono invece giunti a queste due conclusioni:

  1. Aumentando la superficie dell’impianto a contatto con l’osso, è possibile facilitare il legame dell’impianto stesso con le cellule ossee. In altre parole, quanto più è ampia la superficie di impianto a contatto con l’osso, tanto più i tempi di osteointegrazione si abbreviano, entro certi limiti.
  2. Con l’utilizzo di impianti in titanio rivestiti con superfici biologicamente attive si riesce a ridurre ulteriormente i tempi della osteointegrazione fino a 3 settimane.

Attraverso questa nuova generazione di impianti oggi è possibile ridurre i tempi di osteointegrazione, arrivando addirittura, in condizioni selezionate, ad eliminarli con procedure di caricamento e protesizzazione “immediate”.

Cosa sta dunque concretamente cambiando per il paziente?

E’ possibile, in alcuni casi, estrarre il dente malato e sostituirlo con un impianto che viene immediatamente aggiunto della sua corona protesica. Questo consente di risolvere in tempo reale il problema estetico senza dover stare per lunghi periodi senza denti o utilizzare protesi rimovibili.
E’ possibile programmare la seduta chirurgica di mattina, togliere i denti programmati, inserire gli impianti necessari, attendere poche ore, riposandosi a casa, che il lavoro protesico venga preparato ed uscire, anche in giornata, con una protesi fissa completa che permette di masticare subito.
E’ bene chiarire che queste procedure non sono sempre preferibili a quelle più “lente”. E’ innegabile che i nuovi traguardi raggiunti dall’odontoiatria consentano di venire incontro a quei pazienti per i quali il fattore “tempo” è cruciale, a coloro che hanno grandi esigenze estetiche e non accettano di restare per mesi in una condizione esteticamente insoddisfacente e, infine, a quanti si rifiutano di utilizzare protesi rimovibili poco stabili anche solo per un certo numero di mesi”.

Con quale tipo di protesi si può adottare la tecnica del carico immediato?

Sono diverse, a seconda dei casi clinici che ci troviamo ad affrontare. Si possono utilizzare protesi rimovibili dal paziente, come ad esempio le protesi “a bottoni” o “a barra”, e la protesi a chiavistello (semifissa), usata sia per l’arcata inferiore sia per quella superiore. In questi casi la protesi è ancorata agli impianti con diversi sistemi che assicurano tutti una grossa stabilità e allo stesso tempo la comodità di poterla facilmente rimuovere per le quotidiane operazioni di pulizia della bocca.
Oppure protesi fisse avvitate o cementate sugli impianti, ma rimovibili dal dentista solo in casi particolari. Con questo tipo di protesi la pulizia dei denti viene fatta dal paziente come per i denti naturali, con scovolino e spazzolino.

tecnica del carico immediato