L’ortopedia dento maxillo facciale è la branca dell’ortodonzia che si occupa della diagnosi e della terapia delle malocclusioni di tipo scheletrico. Tali problematiche possono essere sia di natura trasversale, verticale che sagittale (postero-anteriori).
Le malocclusioni più diffuse in Europa sono quelle connesse ad un iposviluppo della mascella in senso trasversale. La risoluzione del problema trasversale responsabile del morso incrociato (che può essere monolaterale o bilaterale) viene effettuata con uno strumento terapeutico chiamato quad helix.
Il segno clinico estetico più evidente di tale problematica è la presenza di un profilo convesso con il mento arretrato, come segno intraorale c’è la presenza di un aumentato overjet, che esprime la distanza orizzontale tra i denti superiori ed inferiori. La diagnosi di malocclusione di classe II viene effettuata integrando i risultati dell’esame obiettivo del viso del paziente con l’esame della radiografia laterale del cranio (telecranio in norma lateralis) attraverso la cefalometria e con la valutazione del rapporto dentario tra l’arcata superiore ed inferiore.
Il trattamento di una malocclusione di classe II scheletrica si basa sul concetto di sblocco della malocclusione e di stimolazione di crescita addizionale della mandibola. Infatti, l’ortodontista attraverso la terapia ortopedica induce il paziente ad assumere in maniera automatica ed inconscia una posizione avanzata della mandibola che rappresenta per essa uno stimolo alla crescita.
Questo input fornito dal trattamento sommato alla crescita che il paziente avrebbe avuto in assenza di terapia, porta alla correzione della discrepanza scheletrica equilibrando il mascellare superiore e la mandibola. La risoluzione della problematica antero posteriore di II classe viene effettuata con uno strumento terapeutico chiamato Head Gear (trazione cervicale).
La natura stessa delle correzioni implicano la necessità di intervenire prima della fine della maturazione scheletrica del paziente. Entrambe le apparecchiature ortopediche (trazione cervicale e maschera facciale) ottengono il massimo risultato terapeutico se indossate fra le 12 e le 14 ore di cui gran parte vengono effettuate nelle ore notturne. Il risultato è strettamente legato alla collaborazione del paziente.
Abitudini viziate
Si tratta di tutti quei comportamenti “alterati “ che rientrano nella quotidianità del bambino e, facendo funzionare in maniera non corretta muscoli e articolazioni, determinano un’alterazione della forma e dello sviluppo delle arcate dentarie.
Le abitudini viziate più frequenti sono rappresentate da:
- Succhiamento (dito, ciuccio, labbro, lingua, guancia )
- Mangiare unghie (onicofagia) e pellicine
- Rosicchiare penne e affini
- Deglutizione atipica o infantile (quando il bambino per “mandare giù“ saliva
e/o cibo non posiziona la lingua correttamente sul palato ma la spinge contro
i denti anteriori)
- Respirazione orale (il bambino sta sempre a bocca aperta e quindi non utilizza
il naso ma la bocca per respirare)
Tutte queste cose vengono fatte azionando dei muscoli (quelli che servono per aprire e chiudere la bocca, per masticare, per respirare, la lingua, le labbra e le guance che sono muscoli veri e propri) che funzionano esattamente come gli apparecchi che usiamo per spostare i denti: applicano forze leggere ma costanti nel tempo. Se tutti questi muscoli lavorano bene ed in equilibrio fra di loro tutte le funzioni da loro controllate saranno corrette e quindi anche la struttura e la forma delle arcate dentarie lo saranno.
Per chiarire un po’ questo concetto è sufficiente pensare che i denti anteriori rimangono in una determinata posizione finchè esiste un perfetto equilibrio tra la lingua che li spinge in fuori e le labbra che li spingono in dentro ( a riposo le labbra sono chiuse e appoggiano sulla superficie esterna dei denti ). Se per qualsiasi motivo questo equilibrio viene alterato anche i denti si sposteranno ( per esempio nei pazienti che respirano con la bocca il cosiddetto sigillo labiale è assente perché le labbra tra loro non si toccano quindi rimane solo la spinta della lingua verso l’esterno e i denti si spostano in fuori ).
Parimenti, se il paziente ha l’abitudine di succhiarsi il labbro inferiore, gli incisivi superiori si sposteranno in fuori mentre gli inferiori si inclineranno verso la lingua creando così uno spazio aumentato tra l’arcata superiore e quella inferiore: i famosi “denti da coniglio “. Masticarsi le unghie e rosicchiare le penne causa accavallamenti anche gravi soprattutto dei denti davanti nonché una maggiore probabilità di sviluppare disturbi articolari. La permanenza della deglutizione infantile causa un morso aperto anteriore ( quando il paziente chiude i denti toccano solamente i denti dietro mentre davanti c’è un“buco”.) Respirare con la bocca causa palato stretto e denti in fuori.
Risulta perciò fondamentale correggere e/o eliminare queste abitudini per evitare un ulteriore peggioramento e garantire la stabilità del risultato raggiunto con un’eventuale terapia ortodontica. Gli apparecchi ortodontici, infatti, risolvono il problema dei denti storti e della masticazione sbagliata, ma se non viene eliminata la causa che ha creato il problema sicuramente i denti si sposteranno ancora cercando di tornare alla posizione iniziale.
Ricordiamoci sempre che l’apparecchio ortodontico prima o poi viene tolto mentre la nostra muscolatura rimane con noi per tutta la vita.